Nel suo meccanismo da archeologa del futuro l'artista calabrese utilizza parimenti diversi fattori: le pulsioni emozionali, la disciplina della ragione strutturante, una sapiente strumentazione puramente pittorica (trame, interventi cromatici, collages, stratificazioni e sedimentazioni) una forte tensione concettuale, una ritrovata sacralità del fare, e una memoria lunga che mischia civiltà magnogreca, segni iniziatici, crittografie simboliche, cadenze decorative, modelli archetipi e scritture arcaiche. Nascono così questi dipinti in cui si avverte con chiarezza la stratificazione della cultura e il tentativo riuscito di andare alle radici del linguaggio: una complessa architettura di segni, non più tratti dalle scritte sui muri odierni, ma da una coscienza antica, si infittisce in una equilibrata tramatura che a volte compone anche presenze iconiche: la casualità della sgocciolatura convive con il rigore del progetto. Ma la pittura si avvale anche di interventi materici, di radice poverista, che si mischiano con la preziosità dell'oro, di colori bassi, di una materia scarna, con abrasioni e ferite, che ha la certezza di guardare al futuro, ma anche la cognizione di chi avverte il bisogno di muovere un primo passo. Una pittura, infine, che è scrittura. Anzi, l'individuazione di singole e significative parole con le quali ricominciare a parlare e, per dir tutto, a capirsi. (Toni Toniato)
L'artista è presente con le sue opere nel "Padiglione Italia Regione Lazio della 54 Biennale di Venezia" e fa parte dei quattordici artisti selezionati dalla Fondazione Roma
Roma,Palazzo Venezia sala "B" - dal 23 Giugno al 22 settembre 2011
www.angelapellicano.it
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