I TERRARI
LA TECA DI WARD
un progetto per la ripartenza
Come artisti anche noi ci scontrimao con i limiti che impone la materia, utilizziamo strumenti e tecniche che richiedono un po’ di abilità e nella mente abbiamo sempre una visione. Il risultato però non ci appartiene mai fino in fondo. Sono loro, le piante, che alla fine si realizzano in modi che spesso non avevamo previsto.
Le Wardian cases rappresentano il momento nel quale i confini nel mondo botanico sono stati abbattuti. Infatti dalla loro invenzione, nella metà del diciannovesimo secolo, le teche di vetro del dottor Ward permettono il trasporto da un continente all'altro delle specie botaniche, cambiando paesaggi, coltivazioni, giardini e collezioni botaniche di tutto il mondo.
Fu un'invenzione casuale, frutto delle osservazioni dello scienziato che notò la crescita spontanea di una felce e di un germoglio d’erba in una bottiglia di vetro in cui aveva sigillato una crisalide di falena con un po’ di terriccio.
È un vero e proprio ecosistema autosufficiente in miniatura nel quale le piantine emettono vapore acqueo che, condensandosi sul vetro e ricadendo al suolo, torna alle radici ricreando in piccolo il ciclo dell’acqua del pianeta.
Nell'esperienza attuale il distanziamento sociale, l'isolamento forzato, cui ci ha costretto la pandemia legata al coronavirus ha fatto delle nostre case l'ambiente protetto necessario alla nostra conservazione.
Passata l'emergenza rimane l'esperienza, da questa la riconsiderazione della galleria d'arte quale contenitore in equilibrio, armonico e necessario, tra cultura e natura.